Infortunio. Cos’è e come distinguere le varie tipologie | AssiVenaria

Infortunio. Cos’è e come distinguere le varie tipologie

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Infortunio. Cos’è e come distinguere le varie tipologie

Spesso, le nostre giornate sono scandite da numerosi impegni. Lo studio, il lavoro, il tempo libero e altre attività che, pure al tempo del Covid, cadenzano le vite di tutti. Nella nostra routine però l’imprevedibile esiste e può sorprenderci in ogni momento della giornata. Un infortunio può accadere nelle vite di ciascuno.

Gli infortuni domestici

Ogni anno in Italia si verificano più di 3 milioni di incidenti domestici che interessano oltre 3,5 milioni di persone (dati Istat). Sono le donne le più coinvolte (circa il 70% dei casi), seguite da anziani e bambini, soprattutto di età inferiore ai 5 anni. Secondo l’Inail, l’incidenza del rischio è legata direttamente alla quantità di tempo trascorso in casa. Ogni trimestre 149mila persone incorrono in incidenti in ambiente domestico di diversa portata. La cucina è il luogo dove si è più esposti (63% degli incidenti), seguita da camera da letto (10%), soggiorno (9%), scale (8%) e bagno (8%). La frattura è la tipologia di lesione più comune che riguarda il 36% delle persone infortunate, poi ci sono le ustioni (18,5%), conseguenza d'un uso maldestro di pentole, ferro da stiro, fornelli, acqua o olio bollente, seguite da ferite da taglio (15%) e urti e schiacciamenti (13%).

Gli incidenti domestici sono spesso sottovalutati perché relegati alla sfera privata, ma in realtà rappresentano un problema di grande interesse.

Gli infortuni sul lavoro

Le denunce di infortuni sul lavoro presentate all’Inail relativi al 2019 sono state 641.638 (dati pubblicati a febbraio 2020): è stato riscontrato un aumento dei casi avvenuti “in itinere”, cioè nel tragitto casa-lavoro che sono passati da 98.446 a 100.905 (+2,5%), mentre quelli ‘in occasione di lavoro’ sono passati da 542.277 a 540.733 (-0,3%).

Gli infortuni nel tempo libero

La pratica sportiva è foriera di incidenti di vario tipo. In Italia, su circa 20 milioni di persone impegnate a vario titolo in una attività sportiva, mediamente si registrano circa 300 mila infortuni all’anno, sebbene una percentuale molto alta di questi infortuni (circa il 70%) non necessiti di cure ospedaliere (dati Istat). Il calcio e il calcetto sono considerati gli sport più rischiosi, ma al tempo stesso, uno studio dell’Università di Cassino fa sapere che sono molto frequenti gli infortuni avvenuti durante la pratica di sport come tennis, basket, jogging, pesistica, fitness, sport di combattimento e altri sport più di nicchia come padel e squash.

Negli sport che prevedono un contatto fisico, possono verificarsi facilmente incidenti dovuti a scontri fortuiti. Infine (ma qui i dati ci assistono meno perché più frammentati), farsi male quando si è in viaggio è forse lo scenario più temuto da chi deve o ama spostarsi. Purtroppo, però, il rischio è molto alto: infatti più si viaggia e più ci si espone.

Gli infortuni possono capitare, e quando accadono non intervengono solo problemi fisici: il lavoratore autonomo ad esempio va incontro anche a mancate opportunità di guadagno e rischia di non riuscire a salvaguardare la situazione economica sua e della sua famiglia. Anche il lavoratore dipendente, benchè possa contare sulla garanzia dell’introito, è esposto a spese elevate che comportano ad esempio la riabilitazione. Il costo poi di quest’ultima dipende da una serie di fattori, come il tipo di trattamento, la diagnosi, il numero di sedute  e se il fisioterapista deve recarsi a domicilio.

L’attenzione deve quindi sempre rimanere alta: ecco perché è importante essere consapevoli, informarsi, adottare tutte le misure necessarie per prevenirli e farsi trovare preparati scegliendo la polizza giusta.